Seppur i giochi gladiatori fossero pensati principalmente per far scontare fra di loro schiavi e abili combattenti, desiderosi di ottenere la fama, in qualche occasione potevano giungere nell’arena anche delle donne gladiatrici, desiderose di ottenere ricchezze.
La pratica cominciò a divenire più frequente durante il regno di Ottaviano Augusto, che tuttavia limitò gli scontri, imponendo alle donne di combattere solo fra di loro.
Da lì in poi le donne avrebbero calcato la sabbia del Circo Massimo o del Colosseo (realizzato durante la dinastia Flavia) in maniera saltuaria, con ogni imperatore che si poneva in modo ambiguo rispetto alla presenza di gladiatrici nei giochi.
Il problema era principalmente etico e politico.
Gli imperatori erano infatti costretti a limitare i giochi fra le donne per via della loro volontà di mostrarsi garante della morale pubblica, anche se ogni tanto, con il desiderio di organizzare giochi più grandiosi e stupefacenti, permettevano alle donne di combattere, in alcune occasioni completamente nude, come voleva l’antica tradizione spartana.
Tuttavia, non dobbiamo immaginare questi scontri fra gladiatrici pari allo stesso livello degli scontri dei loro colleghi maschi.
La cultura romana, infatti, non apprezzava che delle donne, per quanto schiave, morissero in dei combattimenti, riportando ferite profonde.
Tutt’al più le donne gladiatrici combattevano con armi smussate o contro avversari d’infimo livello, come nani o schiavi con problemi mentali.
Ci furono però delle eccezioni.
Nerone organizzò a Pozzuoli, in occasione dei Giochi in onore della madre, dei combattimenti tra uomini e donne.
Essi avevano tutti rango equestre e senatorio e per quella occasione combatterono nudi, al di fuori delle armature.
Si narra inoltre che Nerone, durante il suo impero, decise di organizzare a Roma dei festini pubblici molto violenti, dove per le strade combatterono alcune donne intente ad ottenere ricchezze.
Sempre Nerone organizzò più tardi dei combattimenti fra delle donne e delle bestie, le famose «venationes», mentre con Domiziano i giochi divennero molto più violenti, come si può vedere all’interno della serie “Those about to Die”.
Dopo l’inaugurazione del Colosseo, Domiziano organizzò diversi combattimenti dove alcune donne dovettero combattere con degli schiavi o che pur di aver salva la vita dovevano combattere nude tra di loro, prima che gli organizzatori liberassero fiere in grado di calpestarle con le loro zampe.
Fra queste donne ci furono molte cristiane e donne cadute in disgrazia durante le purghe politiche di Domiziano.
A cambiare tutto fu Settimio Severo, che vietò per legge in tutto l’impero la presenza delle donne nei giochi, attorno al 200 d.C..
Ciò però non impedì più tardi ad alcune fanciulle di partecipare a dei giochi clandestini.