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Cos’è L’Aliunde Perceptum

    Il risarcimento del danno deve tenere conto di altri redditi percepiti dal danneggiato prima della sentenza di riconoscimento del diritto per evitare un ingiusto arricchimento.

    Spesso, quando si parla di risarcimento del danno, specie quando si ha a che fare con rapporti di lavoro subordinato, si sente parlare di aliunde perceptum.

    Cosa significa questa parola?

    In latino la locuzione indica, alla lettera, “ciò che è stato percepito altrove”.

    Come si inserisce tutto ciò nell’ambito del diritto?

    Cerchiamo allora di comprendere, più concretamente e con parole semplici, cos’è l’aliunde perceptum e come può influire sulla misura di un risarcimento.

    Per comprendere meglio il significato di aliunde perceptum partiremo dall’esempio più frequente con cui questo concetto si sposa: quello di un licenziamento ritenuto illegittimo.

    A fronte di tale comportamento, il datore di lavoro è tenuto a risarcire il lavoratore ingiustamente estromesso dal posto.

    Come risarcimento del danno subito il datore deve corrispondere un’indennità commisurata all’ultima retribuzione di riferimento per il calcolo del TFR, dal giorno del licenziamento all’effettiva reintegrazione.

    Tuttavia potrebbe succedere che, attesi i lunghi tempi del giudizio civile, nel frattempo l’ex dipendente abbia trovato un altro posto di lavoro e abbia percepito uno stipendio.

    Ebbene, per giurisprudenza unanime, dal risarcimento che il datore dovrà versargli devono essere sottratte le mensilità che il danneggiato ha nel frattempo ricevuto da un altro datore di lavoro.

    La spiegazione, che a prima vista potrà apparire ingiusta, ha invece un suo valido fondamento logico: se è vero che il risarcimento è rivolto a restituire al dipendente un guadagno – quello dello stipendio – che avrebbe certamente percepito se non fosse stato licenziato, è altresì giusto considerare che mai questi avrebbe potuto ricevere, nello stesso momento, due diversi stipendi (quello del vecchio datore di lavoro e quello del nuovo).

    E siccome nel nostro ordinamento vige il principio secondo cui il risarcimento non può mai risolversi in un vantaggio per il danneggiato, sicché esso non può superare il danno effettivamente subìto, ecco che dall’indennità risarcitoria che il datore dovrà versare al dipendente licenziato viene dedotto quanto percepito dallo stesso, nel periodo di estromissione, per lo svolgimento di altre attività lavorative, ossia l’aliunde perceptum.

    Nel diritto del lavoro, dunque, l’aliunde perceptum è la retribuzione che il lavoratore ha percepito da altri datori di lavoro con cui ha instaurato un rapporto di lavoro successivamente al licenziamento.

    Può trattarsi di lavori subordinati o parasubordinati (ad esempio collaborazioni coordinate e continuative).

    Attenzione però: l’indennità di disoccupazione non è detraibile come aliunde perceptum dal risarcimento riconosciuto al lavoratore (Cass. sent. n. 11989/2018).

    Cosa si intende per aliunde perceptum

    Dall’esempio appena fatto è facile comprendere cosa sia l’aliunde perceptum: si tratta di ciò che il danneggiato ha percepito da altri soggetti e che finisce per ridurre il suo risarcimento.

    Ciò proprio al fine di rispettare il principio generale secondo cui il risarcimento non può mai superare il danno subito dal danneggiato.

    In altri termini, la regola dell’aliunde perceptum impone che dal risarcimento che il danneggiante deve versare al danneggiato vengano detratti gli altri redditi percepiti dal danneggiato medesimo prima della sentenza di riconoscimento di tale diritto proprio allo scopo di evitare un suo ingiusto arricchimento.

    Le ipotesi in cui entra in gioco l’aliunde perceptum non si limitano però al solo ambito del diritto del lavoro.

    Numerosi sono i casi in cui tale concetto entra in gioco.

    Un ulteriore esempio è quello nel campo delle assicurazioni e dei relativi risarcimenti da infortuni (come nel caso di incidenti automobilistici).

    Si pensi al caso di una persona che abbia contratto una polizza assicurativa privata per sinistri stradali.

    Nel caso di incidente, non potrà pretendere due volte il risarcimento: prima dall’assicurazione privata e poi da quella con cui ha contratto la rca obbligatoria.

    Come spiegato dalla Cassazione (sent. n. 15535/2017), se le conseguenze del danno sono state eliminate dall’intervento di un’assicurazione (privata o sociale che sia) oppure da un qualsiasi ente pubblico o privato, il pagamento effettuato da tale soggetto andrà sempre detratto dal risarcimento dovuto dalla assicurazione responsabile (a nulla rilevando chi ha pagato il risarcimento non ha diritto alla surrogazione nei confronti del danneggiante).

    La detrazione dell’aliunde perceptum è infatti necessaria per la corretta stima del danno, per evitare che il danneggiato percepisca un doppio pagamento e così si arricchisca oltre il dovuto.

    Come si calcola l’aliunde perceptum?

    Spetta al danneggiante, tenuto a versare il risarcimento, dimostrare l’aliunde perceptum del danneggiato.

    Vi sono vari modi per farlo.

    Uno di questi è l’accesso all’Anagrafe tributaria, un archivio del fisco a cui i privati hanno accesso per valide ragioni di tutela legale, tra cui appunto l’esigenza di difendersi in un giudizio e/o far valere un proprio diritto.

    Ad esempio, nel caso del licenziamento illegittimo, il vecchio datore di lavoro potrebbe interrogare l’Anagrafe da cui risultano tutti i redditi percepiti dai contribuenti e quindi anche i rapporti di lavoro in essere.

    Un secondo modo per verificare se il danneggiato stia percependo dei redditi è assumere un’agenzia investigativa.