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In epoca classica, durante le Olimpiadi le donne nubili erano ben accolte durante i giochi

    Durante l’epoca classica, erano principalmente due gli eventi religiosi – sportivi che erano in grado di accendere l’entusiasmo dell’intera popolazione ellenica.

    Essi avevano il nome di Giochi Olimpici per i maschi e di Giochi Erei per le donne ed entrambi si svolgevano ad Olimpia, la città più sacra dell’Antica Grecia, insieme a Delfi.

    A differenza dei giochi olimpici moderni e delle opinioni personali di Coubertin, le donne gareggiavano per prima, tramite diverse competizioni di atletica, poesia e corsa, ma non per questo non venivano accolte come delle eroine o venivano considerate meno importanti rispetto ai loro colleghi maschi.

    Le atlete di Sparta, in particolare, erano considerate le migliori atlete del mondo e seppur all’inizio gareggiassero vestite, verso il V – IV secolo a.C. cominciarono a gareggiare nude e unte di olio, come i loro colleghi.

    Ciò indusse tutte le atlete greche a copiare le spartane, che venivano allevate per essere delle vincitrici e delle donne forti, in grado di partorire dei figli altrettanto resistenti, capaci atleticamente e belli esteticamente.

    Per quanto possa sembrare strano che in antichità delle donne nude e coperte di olio gareggiassero sotto l’occhio di migliaia di spettatori, sono gli stessi storici greci ad affermarlo, a partire da Pausania nel II secolo a.C.

    Tutti gli spettatori erano anzi invitati a guardare attentamente le atlete, in particolare se erano presenti delle famiglie benestanti che giungevano ad Olimpia per combinare matrimoni (alcune volte gli atleti più importanti si sposavano tra di loro come succede ancora oggi).

    Durante i giochi maschili, invece, che erano più lunghi e numerosi, le donne nubili e le sacerdotesse venivano invitate ad assistere alle gare, anche se gli atleti erano nudi e spesso schernivano gli avversari con le dimensioni dei propri attributi.

    Alcune sacerdotesse avevano persino dei posti onorifici di fianco al Grande sacerdote del Tempio di Olimpia, fra i più grandi del mondo, mentre le sacerdotesse di rango inferiore erano addette talvolta ad aiutare i medici nel curare le ferite degli atleti.

    Tra gli eroi che parteciparono ai giochi Olimpici c’è Kyniska, figlia del re Archidamo di Sparta, la prima donna a essere elencata come vincitrice olimpica nell’antichità.

    A differenza delle sue colleghe che partecipavano ai Giochi Erei, Kyniska decise di giocare nella corsa dei carri a quattro cavalli nella 96a e 97a Olimpiade, avvenute rispettivamente nel 396 a.C. e nel 392 a.C.

    Per quanto la sua presenza nei giochi maschili fosse inusuale, la sua bravura sul carro convinse i sacerdoti ad accettare la sua proposta di partecipare alle corse e sul suo personaggio sono basate le missioni alle Olimpiadi di Assassin’s Creed Odissey, che ricordiamo avere Kassandra come personaggio principale ufficiale.

    Kyniska ruppe questa tradizione, poiché negli eventi equestri la corona della vittoria veniva vinta dal proprietario del cavallo, non dal cavaliere.