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Giovanni Battista Pergolesi

    Il 16 marzo del 1736 moriva a Pozzuoli a soli 26 anni il compositore italiano Giovanni Battista Pergolesi (1710-1736).

    Figlio di un agronomo poté studiare musica grazie all’aiuto di alcuni nobili di Jesi, prima nella città natale e successivamente nel conservatorio dei Poveri di Gesù Cristo a Napoli dove fu allievo di Francesco Durante.

    Grande successo ebbe la sua prima opera buffa,

    Lo frate ‘nnamorato (1732), su libretto in napoletano.

    L’anno dopo presentò al teatro San Bartolomeo l’opera Il prigionier superbo i cui intermezzi La serva padrona ottennero un vero trionfo ed ebbero subito vita autonoma al di fuori del dramma cui erano destinati.

    Nel 1734 fu la volta di Adriano in Siria del quale furono ancora una volta applauditi soprattutto gli intermezzi Livietta e Tracollo.

    Operista e fecondo autore di musica sacra soffrì di problemi di salute fin da piccolo.

    Nella tristissima classifica dei compositori morti giovanissimi Pergolesi occupa tristemente uno dei primi posti davanti a Schubert (31 anni), Bellini (33 anni), Mozart (35 anni), Bizet (36 anni) e Chopin (39 anni).

    La fama di Pergolesi è legata a due composizioni appartenenti a generi completamente diversi: il già citato intermezzo La serva padrona e il magnifico Stabat Mater.

    Morì a Pozzuoli di tubercolosi a soli 26 anni.

    Come Mozart, il suo corpo venne tumulato in una fossa comune.

    La fama quasi leggendaria di Pergolesi è legata soprattutto all’intermezzo La serva padrona che si diffuse in tutta Europa a partire dall’esecuzione parigina del 1752 che scatenò la cosiddetta “querelle des bouffons”.