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Le tre grazie pompeiane

    Affresco IV stile pompeiano con le Tre Grazie: Aglaia, Eufrosine e Talia le tre figlie di Zeus ed Eurinome,

    Aglaia lo splendore – Eufrosine la gioia e la letizia – Talia la prosperità, la portatrice di fiori.

    Divinità dell’antica Grecia, dispensatrici di tutto ciò che nella natura, nella vita e nei costumi degli uomini è grazia e bellezza. Il loro nome si faceva derivare da χαρά (gioia, ciò che dà gioia); e in realtà esso è identico a χάρις e risale egualmente alla radice χαρ.

    Il loro culto resulta di data antichissima presso i Greci.

    Orcomeno, città della Grecia centrale, appunto sembra essere stato il centro principale del culto più antico delle Cariti: lì pare si sia fissato il numero definitivo di esse e i loro rispettivi nomi di Aglaia, Eufrosine, Talia (‘Αγλαΐα, Εὐϕροσύνη, Θαλία), significanti la gioia serena della vita che esse impersonano e dispensano.

    In Orcomeno si additava il santuario delle Cariti come il più antico della città; e alcune pietre, che si dicevano cadute dal cielo, si conservavano come le loro prime immagini.

    Si rappresentarono le Cariti come fanciulle di forme fiorenti e graziose, in atto di danzare o di cantare o di bagnarsi in qualche sorgente di fresche acque; spesso coronate di fiori, solitamente di rose e di mirti.

    A causa dell’aderire del loro culto a quello di Afrodite, esse compaiono con pochi e leggieri abiti (cfr. Orazio, Carm., I, 30, 6: solutis zonis), o addirittura nude, onde il modo di dire: αἱ Χάριτες γυμναί, specialmente nel noto motivo del gruppo delle tre fanciulle riunite e abbracciate in pose diverse.