*Lo sapevate che… Saffo* la poetessa dell’Eros, per secoli fu oggetto di censura.
Ricordate questi versi:
«Ecco che Amore di nuovo mi dà tormento, /Amore che scioglie le membra».
Che sensazioni vi suscitano?
I versi di Saffo sono profondamente sensuali, teneri e dolci e al tempo stesso conturbanti, esprimono un erotismo che mal si addiceva ad una donna greca.
Vi parla dell’amore in tutte le sue forme: del desiderio bruciante, della tenerezza, della gelosia.
La poetica forte e passionale di Saffo è un atto di ribellione nei confronti di una società patriarcale in cui il ruolo della donna e i suoi sentimenti erano considerati irrilevanti.
Saffo fondò nell’isola di Mitilene una comunità, il tiaso, una sorta di cenacolo intellettuale dove educava le fanciulle alla poesia, alla musica, alla danza.
La sua scuola non educava le donne soltanto alla maternità, alla procreazione, ma cercava di insegnare il culto della bellezza, dell’Eros.
In una società militarizzata, Saffo riscatta l’amore e il ruolo della donna.
Con alcune sue allieve strinse un legame particolare, ecco perché in epoca cristiana le poesie di Saffo vennero bandite e tacciate di immoralità.
Da Omero a Platone l’amore, omo ed eterosessuale era cantato e descritto in tutte le sue forme, ma per la Chiesa medievale tutto ciò che era connesso alla sensualità era pericoloso, demoniaco;
venne operata una scissione tra l’anima e il corpo proiettando su quest’ultimo vergogna e sensi di colpa.
Eppure tantissimi poeti e filosofi si sono ispirati a Saffo: Platone la definì “una creatura meravigliosa”, il poeta Alceo se ne innamorò perdutamente, il saggio Solone in punto di morte volle imparare a memoria alcuni suoi versi.
Perfino Leopardi volle omaggiarla.