di Cristina Dell’Acqua – Corriere della Sera
È ufficiale, il 20 giugno la seconda prova scritta dell’Esame di Stato per i Licei Classici sarà una traduzione di Greco.
Niente Seneca, come speravano in molti studenti.
Non perché il Latino sia semplice da tradurre, ma perché il Greco fa più paura.
Pensare che ciò che più spaventa del Greco è anche il suo fascino più grande: la sua libertà.
Vale per il Greco quello che diremmo di quelle persone che non si lasciano catturare con facilità, esprimono con forza le loro idee e per avvicinarle occorre molto ragionamento.
Partiamo dai verbi, l’ossessione di ogni studente, in particolare dei maturandi 2024: il Covid e la DAD li hanno resi orfani dello studio meticoloso (ma necessario) con cui si affrontano i primi due anni di liceo.
Il Greco ha l’aoristo, un tempo verbale, che non ha un corrispettivo fisso in italiano (se non al suo modo indicativo).
Aoristo significa indefinito, ed è un modo di guardare il mondo, di fotografarne un’azione, senza il limite che ci diamo se consideriamo i vincoli del tempo e dello spazio.
Questo vuol dire che per tradurlo è necessario ragionare, sforzarci, entrarci dentro.
Se diciamo a qualcuno conosci te stesso e usiamo un imperativo aoristo, gli stiamo dicendo di farlo immediatamente, non domani o quando avrà finito di fare altro.
Una giovane amica mi faceva notare che ci sono talmente tante cose da tenere in considerazione quando si traduce dal Greco che non si può controllare tutto!
È vero, ma l’importante è mettere in campo la creatività là dove la certezza grammaticale della consecutio temporum latina (quel modo così rassicurante di dare una disciplina militare ai verbi, in fondo basta studiarli) ci abbandona.
E, un augurio, quando vi imbatterete in quelle parole o verbi greci che hanno più di un significato (capita almeno un paio di volte a versione) fate leva sul cuore etimologico del vocabolo e sui legami che ha intorno (il Greco ha un mondo vastissimo di preposizioni).
È una fatica che vale la pena di fare.
Per tradurre anche un po’ di voi stessi.