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La temperatura che segna l’auto è quella interna o esterna? La risposta non è scontata

    Durante l’estate oltre capire come affrontare al meglio l’afa, dobbiamo rispondere anche a un’altra domanda: la temperatura in auto è effettivamente quella fuori o quella al suo interno?

    Il responso non è affatto scontato come si potrebbe pensare, anche se sappiamo che viene misurata da dei sensori.

    Grazie a rilevatori posizionati in punti specifici, spesso nel paraurti anteriore o negli specchietti laterali, possiamo dire ufficialmente che la temperatura mostrata sul cruscotto è quella esterna.

    Queste posizioni sono scelte per garantire un flusso d’aria continuo e minimizzare l’influenza del calore generato dal motore o riflesso dalla superficie stradale che, pur non riflettendo i raggi, avvampa l’auto.

    Nonostante l’attenta selezione dei punti di installazione, la misurazione della temperatura esterna nelle automobili è soggetta a diverse problematiche.

    Una delle più comuni è la confusione tra la temperatura dell’aria e la sensazione termica percepita dalla pelle quando esposta ai raggi solari.

    Come sottolineato dal meteorologo Jeff Haby, la temperatura dell’aria deve sempre essere misurata all’ombra per ottenere valori accurati e non influenzati dal riscaldamento diretto del sensore.

    Inoltre, per il motivo di cui sopra riferito al riflesso della strada, l’altezza del sensore rispetto al suolo può influenzare significativamente la lettura della temperatura.

    Per convenzione, il termometro dovrebbe essere posizionato a circa 1,5 metri di altezza, poiché questa è la temperatura dell’aria percepita dalla maggior parte della superficie corporea.

    Quindi la temperatura è sempre sfalsata?

    Per affrontare queste problematiche e garantire letture precise della temperatura esterna, l’industria automobilistica ha adottato diverse soluzioni tecnologiche.

    Una di queste è l’utilizzo di sensori a infrarossi, che misurano la temperatura superficiale degli oggetti circostanti senza essere influenzati dal contatto diretto con l’aria.

    Questi consentono di ottenere letture più accurate e meno soggette a errori causati dal riscaldamento del sensore stesso.

    Un’altra soluzione è rappresentata dall’impiego di algoritmi di compensazione della temperatura, che tengono conto delle variazioni di temperatura causate da fattori esterni, come l’irraggiamento solare o il calore generato dal motore.

    Grazie a loro si elaborano i dati raccolti dai sensori e vengono applicate correzioni basate su modelli matematici per fornire letture più precise.