Una delle maggiori novità del CCNL 2019-2021 è rappresentata dalla disciplina delle progressioni tra le Aree, istituto riordinato e innovato con i provvedimenti normativi che hanno inciso sull’art. 52 del D.lgs. n. 165/2001, prevedendo, al comma 1-bis, sia una disciplina delle progressioni “a regime” che una specifica fase “transitoria” da dettagliare in sede di revisione degli ordinamenti professionali, e segnatamente in occasione della revisione dei contratti collettivi nazionali di lavoro di comparto per il periodo, appunto, 2019-2021.
Ha rappresentato l’introduzione di politiche di sviluppo e valorizzazione delle risorse umane all’interno degli enti attraverso lo strumento contrattuale. Ciò assume particolare importanza soprattutto per Comuni e Città metropolitane il cui comparto presenta un gap molto alto di attrattività rispetto agli latri livelli di amministrazione.
E’ quindi il CCNL delle Funzioni locali del 16 novembre 2022 che ha regolato da un lato (art. 15) le progressioni tra le Aree che gli enti del comparto possono programmare nel piano triennale dei fabbisogni del personale, fatta salva una riserva di almeno il 50% delle posizioni disponibili destinata all’accesso dall’esterno, dall’altro (art. 13, comma 6; art. 93; art. 107) le progressioni che possono essere attuate nella fase di prima applicazione del nuovo ordinamento professionale, anche ricorrendo alle risorse finanziarie determinate in applicazione dell’art. 1, comma 612, della Legge di Bilancio 2022 (L. n. 234/2021), in misura non superiore allo 0,55% del monte salari dell’anno 2018.
I dati del Conto annuale ci dicono che nel 2022 ci sono state, nei Comuni, 1.674 progressioni tra le Aree, con un aumento percentuale rispetto all’anno precedente del 73%, il che testimonia la bontà della scelta contrattuale. Il presente Quaderno operativo, dunque, si propone di offrire non solo un approfondimento sull’evoluzione fino all’attuale configurazione di uno dei principali strumenti a disposizione dei Comuni, delle Unioni e delle Città metropolitane per attuare percorsi di crescita professionale del personale in servizio, ma soprattutto uno strumento di lavoro operativo e di immediato utilizzo, una guida attraverso i singoli passaggi da attuare, a partire dalla corretta impostazione delle relazioni sindacali, con la proposta delle due bozze di Regolamento per le progressioni “ordinarie” e “transitorie” che ciascun Ente potrà adattare in base alle proprie esigenze. Si ricorda che la fase transitoria per le progressioni tra le Aree scade il 31 dicembre 2025.
A cura di Stefania Dota, Agostino Bultrini e Alberto Di Bella