…Una sentinella stava sul tetto del palazzo reale a Micene: era un fedele servo di Agamennone che trascorse un anno intero, appoggiato ai gomiti come un cane, guardando verso il monte Aracne, con il cuore oppresso da cupi presentimenti.
Infine in una notte buia, vide brillare un lontano falò e corse a destare Clitemnestra.
Essa celebrò l’avvenimento con sacrifici e rendimento di grazie; tuttavia, in quel momento, avrebbe preferito che l’assedio di Troia si fosse prolungato indefinitamente.
Egisto piazzò subito uno dei suoi uomini di guardia alla torre, e gli promise due talenti d’oro non appena gli avesse annunciato l’arrivo di Agamennone.
Era aveva salvato Agamennone dalla violenta tempesta che distrusse molti dei vascelli greci mentre tornavano in patria, e spinse Menelao fino all’Egitto; un vento favorevole lo portò Infine a Nauplia.
Appena sbarcato, Agamennone si chinò per baciare il suolo, piangendo di gioia.
Frattanto il servo di Egisto corse a Micene per riscuotere il premio promesso ed Egisto scelse venti dei suoi migliori guerrieri, li appostò un un imboscata all’interno del palazzo, ordinò un grande banchetto e, salito sul suo cocchio, corse verso la spiaggia per dare il benvenuto ad Agamennone.
Clitemnestra accolse il marito, stanco per il lungo viaggio, con false manifestazioni di gioia, srotolò dinnanzi ai suoi piedi un tappeto di porpora, e lo guidò verso la stanza da bagno, dove le schiave avevano riempito la vasca con acqua tiepida.
Ma Cassandra rimase sulla soglia del palazzo, assorta in una trance profetica, e rifiutò di entrare: piangeva e diceva di fiutare odore di sangue, e che la maledizione di Tieste pesava sulla sala del banchetto.
Quando Agamennone si fu lavato ed ebbe posato un piede fuori dalla vasca, desideroso di prender parte alla ricca cena che lo attendeva, Clitemnestra venne avanti, come se volesse porgergli un accappatoio.
Gli gettò invece sopra il capo un sacco di rete, intessuto da lei stessa, e che non aveva buchi per il collo o per le braccia.
Impaniato in quella rete, come un pesce, Agamennone perì per mano di Egisto, che lo colpì due volte con la spada a doppio taglio.
Egli cadde riverso nell’argentea vasca da bagno, e Clitemnestra si vendicò dei torti subiti decapitandolo con una scure.
Poi corse fuori per uccidere Cassandra con la stessa arma, senza nemmeno indugiare per chiudere gli occhi e la bocca del consorte; anzi, gli passò le mani nei capelli per ripulire del sangue che vi era schizzato sopra, quasi a voler dimostrare che Agamennone era il solo responsabile della sua morte….