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Il prezzo di uno schiavo a Roma

    Nell’antica Roma la schiavitù era all’ordine del giorno ed era essenziale per il normale funzionamento della società.

    Non solo i più ricchi possedevano schiavi, ma anche la gente comune poteva prendere in considerazione l’idea di acquistarne.

    Ma quanto costava uno schiavo e perché veniva visto come un investimento?

    Secondo la legge romana gli schiavi erano considerati una proprietà, allo stesso modo dei buoi o dei cavalli, e gli acquirenti li ritenevano un investimento.

    Potevano essere lavoratori domestici o agricoli, insegnanti, assistenti o qualsiasi compito assegnato loro dal padrone.

    Sebbene la consideriamo una pratica tipica dei ricchi, anche la gente comune acquistava schiavi per far svolgere loro compiti quotidiani come prendersi cura della casa.

    Il prezzo di uno schiavo variava notevolmente a seconda delle sue capacità. Uno schiavo “base” equivaleva da uno a tre anni di salario per un romano medio.

    Quelli che avevano un’istruzione potevano costare molto di più e i cittadini più ricchi li compravano come insegnanti per i propri figli, spesso dando loro uno stipendio e la libertà una volta terminato il lavoro.

    Per la maggior parte dei cittadini comuni era difficile risparmiare i soldi necessari per acquistare uno schiavo o una schiava, poiché era già abbastanza complicato sopravvivere.

    Tuttavia gli schiavi erano un investimento utile, così molti chiedevano un prestito ai loro datori di lavoro patrizi per coprire l’investimento iniziale e ripagarlo nel tempo (e con i dovuti interessi).