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Anassimandro di Mileto (c. 611-547 a.C.)

    fu un filosofo, geografo e biologo presocratico innovativo e influente dell’antica Ionia, il cuore intellettuale della Grecia.

    Fu studente di Talete, un altro filosofo presocratico, ma il suo pensiero divergeva significativamente da quello del suo mentore.

    L’opera di Anassimandro, sebbene in gran parte perduta, è stata ampiamente riconosciuta per il suo impatto sullo sviluppo della filosofia, della scienza e della metafisica occidentali

    Contributi filosofici

    A differenza del suo mentore Talete, che propose che l’acqua fosse la fonte di tutte le cose, Anassimandro postulò un concetto più astratto: l’Apeiron, o l’Infinito.

    Questa entità illimitata, sosteneva, era la realtà ultima, la fonte di tutta l’esistenza, da cui tutto emergeva e a cui tutto sarebbe ritornato.

    Il termine Apeiron, tradotto letteralmente come “l’infinito”, riflette il tentativo di Anassimandro di concettualizzare un principio illimitato, indefinito ed eterno che precede e sostituisce tutti gli elementi terreni.

    La teoria di Anassimandro dell’Apeiron rappresenta una delle prime idee metafisiche nella filosofia occidentale.

    Il concetto di una fonte astratta e infinita era rivoluzionario all’epoca e influenzò profondamente i filosofi successivi, tra cui Eraclito e Platone.

    Inoltre, Anassimandro fu anche il primo a usare il termine “arche”, che significa inizio o origine, in un contesto filosofico, stabilendo un termine chiave che sarebbe diventato centrale nel successivo discorso filosofico.

    Teorie biologiche

    I contributi di Anassimandro non si limitarono alla metafisica.

    Le sue teorie biologiche, sebbene speculative e in gran parte non confermate dalla scienza moderna, furono rivoluzionarie per la loro epoca.

    Egli propose che gli animali e gli esseri umani si fossero evoluti da altre creature acquatiche, un’idea notevolmente lungimirante che anticipò la teoria dell’evoluzione di Darwin di oltre due millenni.

    Nonostante la mancanza di prove empiriche a supporto delle sue teorie biologiche, la volontà di Anassimandro di contemplare le origini e lo sviluppo della vita rappresenta un passo significativo verso l’indagine scientifica.

    Contributi geografici

    Anassimandro è anche considerato una figura pionieristica nella geografia antica. Gli viene attribuita la creazione di una delle prime mappe del mondo conosciuto, a testimonianza della sua curiosità e delle sue capacità di osservazione.

    Queste mappe non erano solo rappresentazioni geografiche, ma anche strumenti di indagine filosofica, rivelando l’interesse di Anassimandro nell’esplorare la relazione tra l’umanità e il mondo naturale. I suoi contributi cartografici gettarono le basi per lo sviluppo della geografia come disciplina scientifica.

    Visioni cosmologiche e concetto di mondi multipli

    Il pensiero innovativo di Anassimandro si estese alla cosmologia, dove espresse la convinzione nell’esistenza di mondi multipli.

    Questa convinzione era legata al suo concetto filosofico centrale dell’Apeiron.

    Anassimandro suggerì che l’Apeiron, essendo sconfinato, era in grado di generare innumerevoli mondi, che immaginava esistessero simultaneamente all’interno dell’infinita distesa dell’Apeiron.

    Nella cosmologia di Anassimandro, questi mondi, ognuno con il suo inizio e la sua fine, non erano statici.

    Emersero dall’Apeiron, esistettero per un certo periodo e poi si dissolsero di nuovo in esso, solo per essere sostituiti da nuovi mondi in un ciclo continuo di creazione e dissoluzione.

    Questa concezione rappresenta uno dei primi esempi noti del concetto di multiverso, una teoria che postula l’esistenza di universi multipli, ognuno potenzialmente governato dalle sue leggi fisiche.

    La fede di Anassimandro nei mondi multipli era un radicale allontanamento dalle visioni cosmologiche del suo tempo, che in genere immaginavano un singolo universo immutabile.

    La sua disponibilità a considerare la possibilità di mondi multipli dimostra l’ampiezza della sua curiosità intellettuale e il suo impegno nell’esplorare le potenziali implicazioni dell’Apeiron come fonte infinita.