Socrate rivolto a chi lo giudicava:
Morire è una di queste due cose: o chi è morto non c’è più e non ha percezione di nulla, oppure morire, può essere per l’anima una specie di trasformazione e di trasmigrazione da qui a un altro luogo.
Se, come nel sonno quando dormendo non si vede nulla, nemmeno la visione di un sogno, la morte è assenza di percezione, allora morire potrebbe essere un meraviglioso guadagno. Invece se morire significa passare da qui a un altro luogo, ed è vero che tutti i morti sono già andati là, quale bene può esserci più grande di questo?
Per stare al cospetto di Orfeo e Museo, Esiodo e Omero, quanto ciascuno di voi sarebbe disposto a spendere?
Se questo fosse possibile, io sarei disposto a morire più volte.
Inoltre se di là trovassi Palamede, Aiace Telamonio, o qualcun altro degli antichi morti a causa di un giudizio ingiusto, avrei un motivo in più per andarci.
Paragonando la mia esperienza alla loro, penso sarebbe bello interrogarli per comprendere chi è veramente sapiente e chi crede di esserlo e non lo è.
Chiunque di voi quanto sarebbe disposto a dare per parlare con chi condusse il grande esercito contro Troia, o Odisseo, o Sisifo, o tanti altri ancora?
Non sarebbe una grande felicità stare al loro cospetto?
Ad ogni modo loro non potranno certo condannarmi: se quanto si dice è vero, quelli dell’Ade sono più felici di quelli in vita, e anche per altri motivi sono già divenuti immortali.
È importante, o giudici, che davanti alla morte voi teniate a mente questa verità:
«Non può esserci alcun male per un essere umano buono, né da vivo né da morto, e niente di quanto lo riguarda è trascurato dagli dei».
Anche le mie vicende personali non sono accadute per caso, e ormai mi è chiaro che morire è la cosa migliore.
Per questo non provo alcun rancore verso chi mi ha accusato e condannato.
A dire il vero lo hanno fatto con l’intenzione di danneggiarmi, e per questo meriterebbero d’essere biasimati.
Tuttavia a loro rivolgo questa preghiera: se vi sembra che i miei figli una volta cresciuti si preoccupino più del denaro e d’altro ancora prima che delle virtù, puniteli.
E se fingeranno d’essere qualcuno d’importante ma in realtà non valgono nulla, svergognateli come anch’io facevo con voi. Se farete così tratterete me e i miei figli con giustizia.
È giunta l’ora di andare, io a morire voi a vivere, ma chi di noi vada verso la cosa migliore è cosa oscura a tutti, tranne che al Dio.